NOME

 

Nel dialetto moriconese i nomi, come in italiano, si distinguono per genere maschile/femminile e per numero  singolare/ plurale.

Mentre la maggior parte dei nomi femminili di derivazione latina hanno conservato la desinenza in a, al contrario i nomi maschili, derivati dal maschile o dal neutro della 2ª e 4ª declinazione, nel dialetto, di regola terminano in u, questo perché hanno perso la consonante finale s / m, per la tendenza che ha il parlante a terminare le parole con una vocale; i nomi che derivano dalla 3ª e 5ª declinazione latina terminano generalmente in e. I nomi di altre derivazioni e/o di conio più recente spesso terminano in o

Al maschile plurale  la u, la e e la o prendono la terminazione in i, mentre i nomi femminili che terminano in a al plurale fanno e.

Nel dialetto, come nel latino, ci sono sostantivi che hanno solo il singolare (singularia tantum): per es.:

a ‘nsalata l’insalata;

mentre alcune parole al singolare hanno un significato diverso dal plurale:

a carne la carne da mangiare;
e carni sta per carnagione, incarnato.

Tutti i sostantivi che terminano in  one, vengono troncati in ó:

televisione televisió,
processione pricissió
passione passió

I nomi delle piante da frutto, come in latino, in moriconese, sono  sempre al femminile, ad eccezione di:

u purtucàllu , u mmandarìnu, u féuciu ( il gelso), u cacu ( il cakì)
Il fico fa eccezione, poiché la pianta si dicefigora(come il frutto autunnale)  mentre quello primaverile si chiama u ficó

essendo di diversa derivazione, mentre le piante ornamentali o non producenti frutti commestibili, possono essere di ogni genere:

u pùtitu il terebinto
u cerru il cerro
l’arbucciu il pioppo o la beulla
l’urmu L’olmo
u lauro l’alloro
‘e lacrimeòbbe la storace
a licìna il leccio
ó bussu il bosso
ó róvere il rovere
‘a mórtélla il mirto

E’ tipico nel nostro dialetto, pérsicu  (la pèsca o persica), per i latini infatti il frutto del pèsco era  (malum) persicum  [neutro] , mentre la pianta era mala persica, femminile come tutti i nomi di pianta, da cui pèrsica,che spesso in dialetto indica sia la pianta che il frutto.

Abbastanza curioso è il fatto che nel dialetto raramente si usano espressioni di cortesia “per favore, per cortesia”, al contrario si interpone nel periodo l’espressione ‘mpó ( un po’) …. Vah!’ (finale).

Es.: ‘Damme ‘mpó ‘mpersicu, vah!  equivale a dire: -’ Per cortesia,dammi  una pèsca!

 

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